Ciao.
Sono tornato qualche settimana fa dal Biofach e mi ero ripromesso di darti qualche spunto su com’è andata, cosa ho visto e cosa non ho visto.
Andare alle fiere bio all’estero mi piace tantissimo, è proprio il mio mondo, è proprio un altro mondo. Anche se.
Anche se il Biofach ha sempre quella dimensione un po’ troppo grande per i miei gusti che ora, arrivati i 40, mi fa quell’effetto Londra o Parigi: bella ma non ci vivrei.
Fatte queste doverose quanto inutili premesse, ecco le tre cose tre che mi porto a casa dalla fiera.
Cominciamo dal mood.
🌊 Come un'onda che si alza e ricade violenta nell'oceano, siamo passati dalla cima del caos sorridente di una fiera e di un settore, il bio specializzato, sulla bocca di tutti a una preoccupante decrescita negli ultimi mesi: la caduta degli dei.
Che succede al nostro amato settore bio? Che futuro hanno i negozi specializzati in Italia e in Europa (dove sono rimasti)?
Ai posteri l’ardua sentenza, anche se, unendo due puntini, qualche brutta sensazione ce l’ho.
Tu cosa ne pensi? Mi piacerebbe avere il tuo parere.
E ora le tre cose da portare a casa:
🥜 Nuts.
Al Biofach assistiamo da anni alla transustanziazione della frutta secca.
In principio fu la frutta secca, un po’ vecchia e polverosa, poi abbiamo avuto la granola, le barrette cotte e crude, le rawballs e oggi è tutto un tripudio di burri e creme di frutta secca.
Ovunque. Escono dagli fottuti scaffali (semicit.)
Quali sono i prossimi passi? E’ un trend qui per restare? (spoiler: si)
🏺Umami.
Uh-mama.
Anche qui: siamo passati dal MSG (glutammato di sodio) alle salse di soia e - finalmente - al mondo sapidissssssimo di Miso e Garum.
E questo mondo divertente e ammuffito contagia e conquista quello del plant based e delle meat&fish alternatives: ecco così una prospettiva di aromi naturali e saporiti (dal lievito alimentare alle miscele di spezie) per dare rotondità a tutti i piatti.
Durerà? A mio parere, sì.
🙏 Less, not mess.
E’ tutto un po’ collegato, alla fine.
Quando senti un po’ che ti frana il terreno sotto i piedi ti vai a rifugiare dove ti senti più sicuro. A casa, tra le cose semplici.
E così il mercato del food mi dà quest’idea di tornare alle tradizioni, con meno ingredienti, meno zucchero, meno merda, meno alcol (zero alcol è un'altra tendenza), meno kombucha, meno superfoods, meno pillole e pilloline, meno quantità, più pulizia.
Sarà la guerra, sarà l'inflazione, ma siamo diventati tutti più minimalisti.
E non mi dispiace affatto.
E tu, ci sei stata o stato al Biofach? Che hai visto?
P.s. Ho fatto un bel po’ di foto interessanti, se vuoi scrivimi che te le condivido.
Nel frattempo, mentre ti scrivo e mentre mi ingozzo di cachi disidratati (hai mai assaggiato gli hoshigaki? TO-GLI-ME-LI DA DAVANTI! Povera glicemia) sto terminando la mia micro-parte del video corso gratuito di Mycelium dal titolo Desmitifying the food industry: In this course we will focus on the restaurant-industry interaction with a quick overview of the idea of technology in the food system and we will do a dive-deep into greenwashing.
Io tengo una breve ma intensa e cattivissima parte dal titolo The real fooding and clean label phenomena.
Il video corso è gratuito e dovrebbe uscire tra qualche settimana, sempre che riesca a superare la paura di registrarmi in video mentre parlo in inglese con una imperdibile “s” bolognese. Nel caso ti interessi, iscriviti qui.
E ancora: I need you.
Sto cominciando a organizzare il prossimo (e primo incontro) di FoodHack Bologna, dove porterò al centro del palco le food&climate startup più interessanti e simpatiche di Bologna e dintorni.
Conosci una startup? Fai parte di una startup interessante o stai pensando di fondare qualcosa di figo ma senti che ti manca qualcosa? Vuoi portare il tuo contributo al prossimo evento (come speaker, come ascoltatore, come $ponsor, come venture capital o business angel)?
Last but not least: il concorsino di Makè della volta scorsa.
Le tre persone FORTUNATISSIME a aver risposto per prime e in maniera simpatica e che quindi hanno vinto la tanto desiderata boccetta di Makè sono:
Marcolina Sguotti
Cristiano Ferrari
Charlene Neotti
Rispondete per favore a questa mail mandandomi il vostro indirizzo o, ancora meglio, se siete a Bologna o ci passerete a breve, vediamoci!
Grazie ancora per avermi letto fino a qui,
ti abbraccio,
Riccardo